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Leonardo da Vinci
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Vinci, 15 aprile 1452 - Castello di
Clos-Lucé, Amboise, 2 maggio 1519 |
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La formazione
Un grande pittore, scultore, architetto e scienziato, è uno dei
massimi artefici del rinascimento. Stabilitosi nel 1469 a
Firenze , entrò come apprendista nella Bottega del
Verrocchio e
qualche anno dopo nel 1472 si iscrisse come pittore indipendente
alla corporazione di San Luca. Nei primi anni si dedicò
principalmente alla pittura, traducendovi quegli elementi
formali che costituiscono le innovazioni della scultura verrocchiesca: la composizione piramidale e la tecnica, ormai
raffinatissima, del chiaroscuro. Eccettuato il "disegno di
paesaggio" del 1473 negli Uffizi di Firenze, il
primo sicuro intervento di Leonardo si ha nel "Battesimo" 1475-78. Ancora legata all'ambiente verrocchiesco è l'
"Annunciazione" composta tra il 1472-75, completamente nuova nel
contrapporsi dello sfondo luminosissimo e lontano, un effetto
che Leonardo riprese anche nel suo primo ritratto del 1474-76
creduto di
Ginevra Benci esposto nella National Gallery
di Washington.
A servizio di Ludovico il Moro
Nel 1481 dopo aver già dipinto il San Gerolamo, ricevette la
sua prima importante commissione, l' "Adorazione dei Magi" per
il convento di S. Donato a Scoperto, lasciata incompiuta alla
partenza dell'artista per Milano, dove dal 1483 1l 1499 fu al
servizio di Ludovico il Moro come pittore, scultore, architetto,
costumista, regista e scenografo. Nel 1483 approntò i disegni
preparatori per il "Monumento equestre in bronzo a Francesco
Sforza" e firmò il contratto con la confraternita della
Concezione per la Vergine delle rocce. Nella "Vergine delle
rocce" dipinta tra il 1483 e il 1486, la composizione a piramide
del gruppo costituito dalla Madonna, dal Bambino, da S.
Giovannino e dall'Angelo è arricchita e movimentata
dall'incrociarsi di linee convergenti indicate dai gesti. La
tecnica dello sfumato, il morbidissimo chiaroscuro tipico di
Leonardo si sovrappone al disegno, e ne sfalda i contorni. Nel
1489 venne incaricato di curare l'apparato meccanico per la
rappresentazione di una scena allegorica detta "Il Paradiso"
allestita in occasione del matrimonio di Gian Galeazzo Sforza
con Isabella d'Aragona.
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I suoi viaggi e la nuova tecnica
In questo periodo compì frequenti viaggi a Pavia, dove
collaborò alla ricostruzione della cattedrale. Nel 1493 Leonardo
terminò il modello in creta a grandezza naturale del gran
cavallo per il monumento Sforza, la cui fusione in bronzo non fu
mai realizzata. Tornato a Milano disegnò le scene per la
rappresentazione delle Danze di Baldassarre Taccone, attese alla
decorazione della sala delle Asse nel Castello Sforzesco, e
intorno al 1495 iniziò i lavori per "
l'Ultima Cena" nel
refettorio di S. Maria delle Grazie, dove sperimentò una tecnica
che, abolendo il tradizionale strato di intonaco, gli
permettesse di lavorare con la lentezza e meticolosità che gli
erano proprie; tale tecnica si rivelò nel tempo inadeguata e già
alla metà del Cinquecento l'umidità aveva corroso quasi tutto il
colore che doveva essere brillantissimo. Negli anni milanesi
Leonardo ritrasse inoltre due favorite di Ludovico il Moro:
Lucrezia Crivelli andrebbe identificata nella "Belle Ferronière" Cecilia Gallerani nella "Dama con l'ermellino"
entrambi i ritratti si basano sulla raffigurazione del busto
lievemente rotante. Prima di lasciare Milano dopo la caduta del
duca, Leonardo aveva già compiuto un primo cartone per Sant' Anna
commissionatagli dai Serviti di Firenze.
Leonardo e
Michelangelo
Nel 1499 la fine della signoria sforzesca con l'entrata in
Milano dell'esercito di Luigi XII, costrinse Leonardo a lasciare
la città: dapprima fu a Mantova, dove eseguì il ritratto di
"Isabella d' Este" quindi a Venezia. Nel 1501 fu nuovamente a
Firenze, al servizio di Cesare Borgia come architetto e
ingegnere generale. Tornato a Firenze, nel 1503, a lui e a
Michelangelo fu commissionata la decorazione del salone dei
Cinquecento in Palazzo Vecchio con episodi della storia
fiorentina. Leonardo iniziò la sua opera ma la interruppe quasi
subito e non la portò mai a termine; fu perduto persino il
cartone della "Battaglia di Anghiari" che con quello della
"Battaglia di Cascina" di
Michelangelo, fece scuola ai giovani
artisti fiorentini per oltre un secolo. Negli stessi anni
Leonardo dipinse "La Leda" nota da copie di allievi e la
"Gioconda" celeberrimo ritratto di Lisa moglie del mercante
Francesco Bartolomeo del Giocondo.
Leonardo e il Re di Francia
Nel 1506 tornò a Milano, chiamato dal governatore Carlo
d'Amboise che lo incaricò di predisporre i festeggiamenti per
l'ingresso di Luigi XII nel 1507; in tale occasione fu nominato
"peintre ordinaire et ingénieur" del re di Francia. Dopo la morte
di Carlo d'Amboise, Leonardo eseguì i disegni preparatori per il
monumento equestre del vincitore di Ludovico il Moro,
Giangiacomo Trivulzio. Negli anni seguenti, per il ripiegamento
progressivo dei francesi, Leonardo lasciò Milano e si rifugiò a
Vaprio presso il fedelissimo allievo e amico Francesco Melzi,
sinché nel 1513 si recò a Roma sotto la protezione di Giuliano
de' Medici. Durante il soggiorno romano Leonardo eseguì l'ultimo
suo quadro il "S. Giovanni Battista" che nel monocromo di toni
bruni e dorati ripete con maggiore raffinatezza la
rappresentazione del trapassare quasi inavvertibile della luce,
nell'abolizione del disegno e del contorno.
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Gli ultimi anni
Verso la fine del 1516 accogliendo un invito di Francesco I,
Leonardo lasciò Roma per la Francia e si stabilì al castello di
Cloux, presso Amboise. Documento della sua ultima creatività
artistica sotto i disegni della "Fine del Mondo" nei quali espresse
la sua convinzione, tratta da una vita dedicata all'indagine della
natura, sull'esistenza di un' armonia universale sicuramente
presente anche nell'apparente caos della fine del mondo. Il 23
aprile 1519 dettò testamento e alcuni giorni dopo morì.
Ci restano numerosi codici di Leonardo contenenti disegni e note
scientifiche, solitamente scritti a rovescio, da destra a sinistra,
tra cui ricordiamo solo i maggiori: "Codice Atlantico"; A,
"Manoscritti A, B, E, K," e "Manoscritti C, F, H, I" "Codex
Arundel"; "Codice sul volo degli uccelli" "Fogli A, B, C";"Codice
8936 e 8937".
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